Sanità, Energia, Transizione digitale, Transizione ecologica, Mezzogiorno: sono questi i 5 tavoli programmatici organizzati dal Consorzio Nazionale dei Servizi, soggetto rappresentativo di 157 imprese cooperative attive nella quasi totalità delle componenti del PNRR, con il Politecnico di Milano, con l’obiettivo di costruire FuturHub, una piattaforma di sviluppo di idee e progetti per il Piano.

 Oltre 40 tra istituzioni, amministrazioni, centrali di acquisto, università, imprese cooperative, si sono confrontate il 17 giugno per analizzare e produrre proposte concrete. per una ripresa dell’economia italiana robusta, sostenibile e inclusiva.

“Abbiamo lanciato FuturHub con la consapevolezza che stiamo attraversando un periodo decisivo, non solo per il mondo della cooperazione ma per tutto il Paese. Come Consorzio, con il contributo del Politecnico di Milano, abbiamo messo intorno a 5 tavoli tematici su sanità, energia, transizione digitale, transizione ecologica, mezzogiorno i principali stakeholder del mondo delle istituzioni, dell’impresa, dell’università e della ricerca, con un obiettivo ambizioso: costruire una piattaforma comune di riflessione, ideazione, progettazione e sostegno al raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Una piattaforma condivisa da mettere a disposizione della collettività.

È un giorno molto importante per il nostro Consorzio, che da tempo sta investendo in ricerca e innovazione. Il dialogo tra Pubblico e Privato, nell’ambito delle opportunità offerte dal PNRR, sarà determinante per moltiplicare i suoi effetti sull’economia del Paese.

Quelli affrontati oggi sono temi strategici per il nostro paese, e con FuturHub proviamo a dare il nostro piccolo contributo, per un paese più equo, sostenibile e solidale” ha dichiarato Alessandro Hinna, Presidente Consiglio di Gestione CNS.

 TAVOLO SULLA SANITA’

La Missione 6 del PNRR, dedicata alla sanità, prevede un fondo di investimento di 18,5 miliardi di euro, di cui 15,6 miliardi di euro previsti dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi di euro dal Fondo Complementare finanziato attraverso lo scostamento di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri.

La Missione si articola in due componenti principali:

  • il potenziamento dell’assistenza territoriale tramite la creazione di nuove strutture, per il rafforzamento dell’assistenza domiciliare e lo sviluppo della telemedicina (M6C1: Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, quali Ospedali di Comunità e Case della Comunità);
  • la digitalizzazione e il rafforzamento del capitale umano del SSN attraverso il potenziamento della ricerca e della formazione, due distinte azioni, ma convergenti (M6C2: Innovazione, Ricerca e Digitalizzazione del SSN).

In questo contesto, si potrà attuare un ripensamento e una ri-organizzazione del SSN ponendosi nella prospettiva di intendere l’investimento, non solo considerando gli aspetti di natura infrastrutturale (tecnologie mediche, edilizia, ICT ecc.), ma prestando attenzione alla reingegnerizzazione dei processi e allo sviluppo delle competenze tecnico-specialistiche necessarie.

Le riforme a tema salute, forse più delle altre, devono essere assunte come irrinunciabile occasione per promuovere tre azioni convergenti fra loro:

  • interventi trasformativi dotati di una visione di insieme, in grado di incidere in modo proattivo sul tasso di crescita socio-economica del Paese, capaci di portare al coinvolgimento immediato di tutta la filiera istituzionale, secondo un processo sincretico, che coordini momenti centralizzati e altri bottom-up di decision making (si pensi alle azioni previste nell’ambito “Inclusione e Coesione” e alle componenti della Missione 5).
  • investimenti per sperimentare nuove forme di progettazione e gestione dei servizi, affinché producano l’effettivo rinnovamento del SSN, sia nella parte hard (infrastrutture) sia nella componete soft (persone);
  • progetti organici inseriti in una cornice programmatica, pianificati anche secondo logiche di monitoraggio, affinché le azioni promosse producano un effettivo valore aggiunto accompagnandosi, in itinere, a periodici momenti di controllo e verifica sui reali progressi e avanzamenti raggiunti.

Moderatore: Prof. Stefano Capolongo, Istituto Politecnico di Milano

Rapporteur: Prof. Oscar E. Bellini, Istituto Politecnico di Milano

 Relatori intervenuti: 

  • Adriano Leli, Membro supplente del Comitato Guida del Tavolo Soggetti Aggregatori
  • Antonio Postiglione, Direttore Generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario regionale, Regione Campania
  • Eleonora Vanni, Presidente nazionale Legacoopsociali
  • Gaetano D’Aquila, CEO Gipstech
  • Giulio Marco, Senior advisor Direzione Generale Banca Etica
  • Pier Luigi Verbo, Partner Head of Government and Public Sector KPMG
  • Roberta Gabrielli, Project Manager Nomisma
  • Simona Caselli, Direttore Commerciale CCFS (Consorzio Cooperativo Finanziario per lo Sviluppo)

 LE PROPOSTE DEL TAVOLO:

Il PNRR, in tema di Sanità, si configura come occasione unica e irripetibile per creare un nuovo modello territoriale, meno legato all’ospedalizzazione, ma più capillare e inclusivo. Si tratta di un’incredibile opportunità, per promuovere e costruire nel Paese un nuovo concetto di sanità pubblica.

La sfida fondamentale sta nel parlare di salute e non solo di sanità, secondo una visione sistemica, olistica, che sappia promuovere sul piano delle progettualità quegli approcci multidisciplinari e transdisciplinari di cui è portatore, per esempio, il Dipartimento ABC del Politecnico di Milano.

Pertanto, per dare concreta attuazione al PNRR,  si suggerisce, quanto segue:

  • Promuovere, attraverso la ricerca e l’innovazione, soprattutto nell’ambito del digitale, un nuovo modo di gestire e snellire i processi di governo del SNN, rendendoli più performanti ed efficaci.
  • Programmare e pianificare, nel settore sanità e salute pubblica, la formazione di nuovi profili professionali per generare nuovo capitale sociale e quindi nuova occupazione.
  • Consolidare la filiera “sanità -impresa -università -ricerca” andando anche oltre il PNRR, attingendo contestualmente ad altre fonti di finanziamento nazionali e internazionali (Horizon Europe ecc.).
  • Promuovere la massima collaborazione cooperazione fra gli stakeholder che operano nel settore, creando sinergie di sistema.
  • Automatizzare e ottimizzare i processi del SSN, da quelli preventivi e diagnostici a quelli amministrativi e finanziari.
  • Valorizzare le eccellenze presenti sul territorio, sia nel settore pubblico sia in quello privato individuando e promuovendo, ove necessario, nuovi profili e nuove competenze disciplinari.
  • Progettare forme innovative di governance del SSN, pur mantenendo l’autonomia in tema di sanità da parte delle Regioni.
  • Approntare, in collaborazione con il mondo universitario, nuovi curricula formativi, in grado di promuovere nuovo capitale umano e sociale altamente specializzato da immettere, a tutti i livelli e secondo una pluralità di ruoli, nel SNN.
  • Migliorare e implementare, su scala nazionale, i processi di prevenzione e diagnosi, i meccanismi di erogazione dei servizi, i sistemi di pagamento delle forniture e delle prestazioni, introducendo soluzioni legate all’intelligenza artificiale e a una gestione smart dei big data.
  • Costruire, in forma di cooperazione, filiere integrate per la fornitura di servizi di qualità alle pubbliche amministrazioni.
  • Risolvere le disparità territoriali presenti nel Paese in tema di erogazione di servizi legati alla salute, per contrastare la migrazione dei pazienti.

 TAVOLO SULL’ENERGIA

E’ fondamentale destinare importanti investimenti alle fonti rinnovabili per rendere il sistema energetico del nostro Paese più affidabile, sicuro e flessibile.

Tra le criticità emerse: l’eccessiva intensità della burocrazia nei procedimenti autorizzativi attuali e le gravose tempistiche attuative che rendono complesse le decisioni di investimento in Italia, determinando un rallentamento alla diffusione delle rinnovabili.

Il fattore chiave del successo del PNRR sarà la semplificazione amministrativa e burocratica.

Questa l’analisi dei relatori del tavolo Energia, moderato dal Prof. Niccolò Aste, Istituto Politecnico di Milano e composto da:

  • Gianmaria Balducci, Presidente Legacoop P&S
  • Giuseppe Giordano, CEO Enerbrain
  • Andrea Marano, Amministratore Delegato Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica
  • Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo Nomisma
  • Federico Mento, Direttore Ashoka Italia, Segretario Generale Social Value Italia
  • Marco Naseddu, Gruppo di Lavoro Autorità di Gestione Programma Operativo Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020, Centro regionale di Programmazione, Regione Sardegna
  • Fabio Tore, Gruppo di Lavoro Politiche per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica del Centro regionale di Programmazione, Regione Sardegna

Gli investimenti nei sistemi di accumulo rappresentano, secondo quanto emerso dal confronto, il principale propulsore per la crescita delle fonti rinnovabili nel sistema di generazione nazionale. In questo ambito si tende a promuovere e incentivare l’utilizzo di sistemi a idrogeno al fine di ridurne i costi, attualmente troppo alti per essere ritenuti competitivi. Nell’attesa che la tecnologia e la scienza riescano a rendere competitivi i sistemi a idrogeno, occorrerà tuttavia puntare anche su altre tecnologie che permettano un’efficiente transizione energetica, quali cogenerazione, pompe di calore, celle a combustibile, ecc.

Attualmente, lo strumento più efficace che si sta sperimentando in Italia per il conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica definiti dall’UE, è il Superbonus: meccanismo di incentivazione destinato alla riqualificazione energetica degli immobili residenziali.

Come è già possibile riscontrare sul campo, questo meccanismo ha dato una spinta eccezionale al settore, ma rischia di generare dinamiche speculative che potrebbero limitarne l’efficacia. Si tratta dunque di un sistema operativo che va regolamentato e gestito con cautela, specialmente nel medio-lungo termine. Se applicato senza un quadro chiaro di esigenze e priorità, potrebbe produrre addirittura degli scompensi, come ad esempio un maggior divario tra periferie e centri urbani, con conseguenti effetti sulla disuguaglianza sociale.

LE PROPOSTE DEL TAVOLO:

  • Alleggerire il sistema burocratico per aumentare la diffusione dei sistemi ad alta efficienza e delle tecnologie rinnovabili.
  • Rafforzare i sistemi di accumulo energetico pienamente consolidati per dare tempo all’idrogeno di raggiungere la piena maturità.
  • Creare un valore economico e sociale attraverso il Superbonus.
  • Pianificare un programma di medio-lungo termine per il Superbonus.

TAVOLO SULLA TRANSIZIONE DIGITALE

La Transizione digitale occupa un ruolo fondamentale nel PNRR ed è sicuramente da considerare come connettivo per gli altri punti presenti nel Piano. Il tavolo della digitalizzazione riguarda uno stanziamento di 40 miliardi di euro, dei quali quasi 10 miliardi di euro andranno alla Pubblica Amministrazione, oltre 23 miliardi di euro al sistema produttivo e quasi 7 miliardi di euro al turismo e ai beni culturali.

Costituendo una rete tridimensionale, la digital transformation rappresenta, a livello verticale, la connessione delle competenze dirette, legate alla innovazione tecnologica (informatizzazione) e, a livello orizzontale, i processi e le procedure (digitalizzazione).

Questa distinzione lessicale e di disambiguazione tra informatizzazione e digitalizzazione  è necessaria per evitare di aumentare il gap tra la straordinaria innovazione tecnologica e un apparato normativo e procedurale inadeguato ad accoglierla e renderla fruibile.

Il Ministro Colao si è espresso con specifico riguardo al tema:

“La transizione digitale è una sfida complessa e che riguarda tutti, imprese cittadini e pubblica amministrazione. È una sfida di modernizzazione che si gioca per il governo italiano su più tavoli. Innanzitutto quello delle infrastrutture di rete, che vogliamo estendere su tutto il territorio nazionale, garantendo l‘accesso a internet ad alta velocità a tutti. In secondo luogo, quello di un’amministrazione digitale più rapida, più semplice e più incisiva, a vantaggio di tutti, dai cittadini agli imprenditori. Terzo ambito è quello dell’innovazione tecnologica, che vogliamo accelerare in tutto l’ecosistema produttivo, per recuperare il gap di produttività, facendo del digitale una leva per guadagnare competitività e rinnovare i modelli di business. Infine, quello delle regole del digitale, che vogliamo rendere più agili e anche più lungimiranti, a prova di futuro”.

Rispetto a quest’ultimo punto, dal Censimento ISTAT dello scorso anno, “Digitalizzazione e tecnologia nelle imprese italiane”, emerge una difficoltà delle imprese italiane, infatti, quelle considerate “digitalmente mature”, caratterizzate da un utilizzo integrato delle tecnologie disponibili, rappresentano solo il 3,8% del totale.

La strada è evidentemente tracciata, ma la necessità di investire sulle competenze digitali sia all’interno della PA che nel mondo dell’impresa è la sfida che si pone nell’immediato ed è da attuare parallelamente al tema delle infrastrutture di rete.

L’impatto di una matura Digitalizzazione riguarda due ulteriori aspetti sociali: la Privacy e la modificazione dell’accesso al lavoro.

Il citato Censimento ISTAT evidenzia che la cybersecurity viene gestita solo quando è evidente la maturità digitale dei soggetti o delle imprese; mentre il secondo tema necessita di un modello formativo e uno di tipo applicativo per una immediata risposta ai cambiamenti e alle innovazioni tecnologiche.

Altro fattore su cui bisogna concentrarsi, soprattutto da un punto di vista operativo è se la Transizione Digitale è fine a sé stessa o se invece non vada letta come sistema delle connessioni e perciò come fattore abilitante delle relazioni tra soggetti e sistemi diversi. Questo punto è importante perché se la Transizione Digitale è un fattore abilitante allora è il mezzo con cui trasformare i dati in informazioni attraverso la contestualizzazione dei dati stessi. A questo proposito le teorie della Swarm Intelligence, ovvero della regolazione dei sistemi a sciame, è alla base dell’altra grande rivoluzione collegata alla Transizione Digitale, ovvero la riduzione dei modelli opportunistici in favore dei modelli collaborativi, perché con la Digitalizzazione (e non l’informatizzazione) dei processi è possibile incrementare la trasparenza e ridurre le asimmetrie informative che regolano le relazioni sociali.

Il Tavolo è stato moderato da Giuseppe Martino Di Giuda, Vice Rettore Università di Torino, e Raffaella Brumana, Politecnico di Milano. Sono intervenuti:

  • Serena Dell’Agli, Segreteria tecnica Infratel Italia
  • Noa Segre, Group Strategy & Growth Partner FoolFarm
  • Stefania Farsagli, Direttrice Fondazione Pico
  • Paolo Bellavista, Docente di Sistemi Mobili e Distribuiti, DISI – Università di Bologna
  • Fabrizio Favali, Direzione pianificazione distributiva e marketing BPER
  • Davide Dal Maso, Presidente Social Value Italia e Make a Cube3, partner Avanzi e board member Avanzi Etica Sicav EuVECA spa
  • Paola Bellotti, Direttrice area Sostenibilità e Sviluppo Coopfond

 LE PROPOSTE DEL TAVOLO: 

  • Definire la differenza tra informatizzazione e digitalizzazione.
  • Intervenire sulla formazione e sul Long Life Learning.
  • Infrastrutturare il Paese, e soprattutto le aree interne, con sistemi di connessione veloci.
  • Ridefinire i processi della PA e delle Aziende in chiave Digitale
  • Adeguare le procedure, ovvero le norme, in relazione alla digitalizzazione e abilitare le innovazioni tecnologiche .
  • Definire in modo abilitante la digitalizzazione per trasformare i modelli di relazione tra PA, Cittadini e Imprese.

TAVOLO SULLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Rimuovere gli ostacoli normativi che hanno rallentato lo sviluppo dell’economia circolare (es. autorizzazione End of Waste e autorizzazione di realizzazione di infrastrutture); stimolare la sinergia tra filiere; incentivare l’eco-design, ossia la realizzazione di prodotti concepiti per essere riciclabili e recuperabili; instaurare partnership tra realtà imprenditoriali di piccole dimensioni (come le startup, le PMI, il mondo cooperativo) e grandi organizzazioni così da mettere in relazione capacità creativa e tecnologie sperimentali , con la solidità e i servizi degli attori più solidi (gli unici a poter rispondere in tempi brevi alle richieste del PNRR); identificare, attraverso attività di scouting le migliori soluzioni tecnologiche.

Questi sono solo alcuni degli spunti emersi dal tavolo sulla “Transizione ecologica” moderato dalle Prof.sse Cinzia Talamo e Monica Lavagna, del Politecnico di Milano, Dipartimento ABC a cui hanno partecipato:

  • Stefano Verde, Strategy Manager Gruppo Hera
  • Alessandro Cillario, Co-Ceo e Co-Founder Cubbit
  • Andrea Laguardia, Responsabile Nazionale pulizie, servizi integrati, facility management, igiene ambientale, ristorazione Legacoop Produzione e Servizi
  • Marco Tammaro, Responsabile Laboratorio Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali Enea
  • Dino Forini, Direttore generale di Cooperfidi Italia
  • Marco Morganti, Responsabile Direzione Impact Gruppo Intesa San Paolo
  • Marisa Parmigiani, Direttrice sostenibilità e stakeholder management Unipol, Direttrice Fondazione Unipolis e Presidente CSRManager Network

Dal dibattito è emerso che risultano strategiche le collaborazioni tra mondo delle imprese, università, ricerca, terzo settore, con la possibilità di un coinvolgimento nelle cabine di regia delle singole misure del PNRR. Di fondamentale importanza è il ruolo delle cooperative, che per la loro stretta relazione con il territorio in cui operano, possono essere l’anello di congiunzione tra pubblico e privato. Le partnership tra pubblico e privato sono, dunque, un elemento chiave per l’attuazione del PNRR.

Economia circolare e futuro sostenibile: sono state queste le parole chiave del tavolo.

I soggetti che gestiscono le fonti finanziarie devono fare sinergia e costruire nuovi modelli di valutazione per l’accesso al credito secondo criteri inclusivi rispetto alle questioni ambientali e sociali, elaborando nuovi rating in collaborazione con soggetti competenti ed esperti e con il terzo settore.

Fondamentale il ruolo della Pubblica Amministrazione che dovrà migliorare le sue performance nella digitalizzazione e nella selezione e formazione del personale, operare alla semplificazione delle procedure e dei processi e alla definizione di nuovi modelli di relazione tra pubblico e privato, supportare gli investimenti in capitale umano.

In questo quadro articolato occorre anche garantire la presenza di soggetti che forniscano un servizio nella intercettazione delle opportunità di finanziamento e costituiscano un soggetto abilitatore dell’accesso alle risorse.

LE PROPOSTE DEL TAVOLO:

  • Implementare soluzioni innovative presenti sul territorio ma non ancora pienamente sviluppate.
  • Agire sull’eco-design dei prodotti circolari e sullo sviluppo di nuovi modelli di produzione e consumo (qui il consumatore ha un ruolo nevralgico) con l’introduzione di agevolazioni fiscali; indirizzare correttamente i finanziamenti verso PMI e terzo settore.
  • Le PMI e il terzo settore devono essere accompagnate nel dialogo con il sistema economico affinché i finanziamenti del PNRR rappresentino una opportunità di transizione e non siano prerogativa solo delle grandi imprese.
  • Partnership e collaborazioni di filiera e tra filiere, finalizzate a nuovi modelli e soluzioni di economia circolare.
  • Collaborazioni strategiche tra grandi realtà e piccole realtà (startup, PMI), che spesso sono fonte di sperimentazione di soluzioni innovative.
  • Collaborazioni strategiche tra mondo delle imprese, università, ricerca, terzo settore e partnership pubblico-privato.
  • Co-creazione ed eco-design di tecnologie e prodotti circolari pensati fin dall’inizio per poter essere riusati e riciclati a fine vita.
  • Opportunità di accesso ai benefici del PNRR per il tessuto delle PMI italiane e per il terzo settore.
  • Nuovi strumenti finanziari e modalità di valutazione di accesso al credito basati su aspetti di sostenibilità ambientale e sociale.
  • Soggetti abilitatori e servizi di supporto nell’intercettazione dell’accesso alle opportunità di finanziamenti e nella creazione di nuove sinergie e relazioni di reti multistakeholder.
  • Superamento di barriere normative (es. End of Waste) e semplificazione delle procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti di trattamento rifiuti.
  • Necessità di meccanismi incentivanti e agevolazioni per la diffusione delle materie prime seconde.
  • Ruolo fondamentale delle tecnologie ICT e dei processi di digitalizzazione.
  • Coinvolgimento del terzo settore nei processi di transizione digitale ed ecologica.
  • Potenziamento dei soggetti capaci di gestire i rischi connessi con i processi innovativi tipici delle transizioni e nuove capacità progettuali per la gestione degli imprevisti.
  • Promozione della resilienza anche per micro-fenomeni catastrofici.
  • Open innovation e nuovi modelli di cooperazione.

TAVOLO SUL MEZZOGIORNO 

82 miliardi di euro, che diventano 213 miliardi di euro considerando anche i fondi europei su Sviluppo e Coesione e quelli strutturali: queste sono le risorse previste per il Mezzogiorno.

Fondi che si concentreranno principalmente sulla riduzione del divario sud-nord in merito a: transizione digitale, transizione ecologica, mobilità e infrastrutture, istruzione e ricerca, inclusione e coesione e salute.

Serve un coordinamento centralizzato, in grado di allineare gli interventi delle singole Regioni e attivare un supporto costante sulla programmazione, sull’integrazione dei fondi del PNRR con i fondi strutturali regionali, sulle forme mutualistiche a supporto delle amministrazioni che dovranno competere per ottenere sovvenzioni.

Investimenti che dovranno ridurre, secondo i relatori del convegno, il divario in settori strategici quali la scuola (nello specifico: fascia per i 0-6 anni, infrastrutture, mense, tempi pieno), sanità (aumento qualità del servizio), ambiente (gestione ciclo rifiuti) digitale (riduzione del digital divide) e stimolare un grande processo formativo su nuove competenze scientifiche e tecnologiche e nuovi profili professionali, coinvolgendo non solo giovani e donne ma anche le imprese e la pubblica amministrazione.

Nuove politiche attive del lavoro, basate sulle reali esigenze del mercato e forme di monitoraggio in grado di generare eventuali interventi correttivi.

Il Tavolo sul Mezzogiorno, moderato da Mattia Granata, Responsabile Area Studi Legacoop, ha visto la partecipazione di:

  • Luca Bianchi, Direttore Generale Svimez
  • Luca Cerri, Responsabile servizi per le politiche di coesione e finanza aggiuntiva KPMGMichele Forlivesi, Consigliere ed esperto giuridico del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
  • Simone Gamberini, Direttore Coopfond
  • Bernardo Mattarella, Amministratore Delegato mediocredito Centrale
  • Francesca Puglisi, Responsabile segreteria tecnica del Ministro dell’Istruzione
  • Enrico Vellante, European Cooperation Manager Innovation HUB for Innovative Enterprises – 012factory

LE PROPOSTE DEL TAVOLO

  • Coordinamentotra le fonti di finanziamento e fra piani nazionale e piani regionali (coordinamento top down).
  • Cooperazione, concertazione e partecipazione fra tutti gli attori della filiera attuativa (approccio bottom up).
  • Reskill e Upskill delle competenze, per una più efficace politica attiva del lavoro.
  • Incremento dei livelli di servizio per l’aumento della qualità della vita.
  • Riduzione del gender gap e dei fenomeni di drop-out e dispersione.
  • Recupero della competitività e della attrattività del SUD e riduzione dei divari.
  • Semplificazione delle procedure di appalto e spesa.
  • Monitoraggio e controllo della spesa per rendere più efficaci interventi correttivi in corsa.