Raggi di sole contaminati – foto di Maurizio di Leo

Raggi di sole contaminati – foto di Maurizio di Leo

CONTAMINAZIONE

La crisi solleva mille questioni: l’innesco di nuovi processi di immaginazione, di creatività alla ricerca di soluzioni alternative, convive con la necessità di ristabilire un ordine, ritornando all’equilibro.
E’ forte la necessità di arricchire le esperienze, elaborare percorsi comuni dove le discipline si intersecano e tracciano nuovi percorsi.

Contaminazione, la parola che abbiamo scelto: nemica o alleata?

Valicare i confini per scoprire nuovi, ricchi territori. Linguaggi e saperi che si mescolano e si arricchiscono reciprocamente.
Questa settimana abbiamo cercato domande e risposte da dove meno ce le si aspetta ricorrendo a filosofi, letterati, designer e molto altro. Da oggi, inoltre, “Il Lato Positivo” inizia a uscire al venerdì, per tenervi compagnia nel weekend.

Buona lettura!

Corpo, anima e questioni filosofiche

“Il corpo, il proprio e quello degli altri, sono al centro di questa pandemia: corpi protetti o nascosti dietro una serie indefinita di mediazioni, corpi morti che scompaiono e che non si vedranno mai più, corpi che hanno contato di più e corpi che hanno contato ancor meno di prima. E poi: corpi lontani tra loro, visti come minaccia, vissuti nel privato e privati di qualunque contatto. Corpi su cui si è esercitato un controllo e un autocontrollo costanti, e usati come barriera nella consapevolezza della loro potenziale pericolosità”.
Una riflessione che parte dal “corpo” e, come una pietra che rotola, libera i pensieri in una staffetta fra parole: disuguaglianze, fiducia, invisibilità, casa, gerarchia, relazioni, barriera, vulnerabilità, inclinazioni, comunità, collaborazione, corresponsabilità, inadeguatezza, intersezione, nemico, sensi, voce, democrazia, azione politica, immunità, identità, spazio vitale, violenza, esperienza, progresso e… molto altro.
Un articolo che ci racconta come “ogni società può essere di conseguenza definita dall’epidemia che la minaccia e dal modo in cui si organizza per farvi fronte. E ogni epidemia può essere anche un’occasione”. E che ci avverte: “Covid-19 – attraverso l’applicazione della tecnologia biopolitica del controllo digitale per il tracciamento – sta accelerando la costruzione di un nuovo soggetto. Un soggetto, dice Preciado, smaterializzato”.

Mondi interconnessi: digitalmente reali

“Onlife” ovvero: online e offline sono collassati l’uno sull’altro.
Il design sta evolvendo: da progettazione di oggetti (artefatti con chiari confini) a progettazione di ecosistemi; e un ecosistema è definito dalle relazioni fra gli elementi più che dagli elementi stessi.

L’invito è quindi a vedere il design non più come fabbricazione di prodotti ma come abilitazione di nuove relazioni fra prodotti, luoghi, servizi, persone.

Un esempio? Il Cooper Hewitt Museum di New York.

Il futuro del design: ricostruire l’universo

“L’emergenza sanitaria attualmente in corso condizionerà a lungo i nostri comportamenti. Il dato più significativo introdotto da tale emergenza riguarda il distanziamento. Inteso nella sua più ampia accezione, non solo quindi l’ampiamente codificato “distanziamento sociale” intercorrente tra gli individui, ma quello tra individui ed oggetti e tra oggetti stessi, uniti nel destino di possibile veicolo di un ospite non-desiderato e, quindi, essi stessi elementi indesiderati”.
Una riflessione su come il Covid-19 ci porterà a ridisegnare sistemi, spazi, servizi.

Un esempio su tutti, la ristorazione. Che al centro non ha il cibo: ma la ricerca di socialità.

Leggi l’articolo di Alberto Improda e di Marco Pietrosante: Ecco come il design ci aiuterà a riorganizzare la società post Covid-19.

La danza delle intersezioni

La contaminazione passa oggi anche dalle risorse umane, dai nuovi mestieri che richiedono capacità di adattamento, pensiero versatile e flessibile. Questo tipo di contaminazione è quella che si riflette sul concetto dell’interdisciplinarità: persone che si muovono orizzontalmente, che esplorano e connettono.

I “contaminati interdisciplinari” sono la risposta umana all’era dell’algoritmo.

Un articolo che tratta di “contaminazione delle competenze” per stare al passo con le esigenze del mondo del lavoro odierno, un contesto che muta sempre più ed avanza progressivamente.

Dove la tecnologia perfeziona il singolo meccanismo, l’uomo coltiva la sua più grande unicità: la capacità di immaginare.

Il mondo su tela

Anche l’arte di ogni tempo ha affrontato le tempeste: talvolta le ha anticipate – come nel caso di Edvard Munch e del suo “Urlo” – altre volte le ha interpretate come nelle piazze vuote di Giorgio De Chirico, spesso richiamate in questi giorni. Ma l’arte ha saputo anche attraversare le tempeste, esprimendo in tratti e colori le vibrazioni dell’anima e le intuizioni dello spirito alla prova di un pericolo esterno. Una carrellata di opere realizzate durante il lockdown da alcuni artisti trentini ed altri di tre delle zone più colpite dal contagio: Brescia, Bergamo e Milano.”

Il contagio del buonumore

Il buongiorno si vede dal mattino.
Un gesto semplice dalla forza nascosta.

Leggi l’articolo di Mishel Mantilla: Contaminazione.

#Giustadisale – Tutto ciò che ha gusto

Andrea Purgatori, una delle firme più apprezzate del giornalismo italiano e non solo, in un’intervista realizzata da Laura Malfatto, per riflettere insieme su dove siamo e sullo scenario che ci attende.

Segui #Giustadisale su:

Luci Cooperative

Biljana Prijich, Alleanza 3.0

Noi cooperatori tra i 30 e i 40 abbiamo saputo dai più anziani che un tempo le contaminazioni intercooperative erano molto frequenti. Ci hanno raccontato che era normale tra il secondo dopoguerra fin quasi alle soglie nel cambio di millennio che un lavoratore accrescesse le sue competenze passando da una cooperativa all’altra in percorsi dedicati con una specie di “prestiti” virtuosi. Tra i cambiamenti che saranno necessari nei prossimi anni mi auguro un ritorno a pratiche simili, anche meglio strutturate e più “contemporanee” con l’apporto del mondo HR e del Change management. Sarebbe un ottimo lato positivo di tutta questa storia, e la sensazione è che ci dovremmo impegnare a renderlo reale.

Scaffale

“È difficile immaginare la realtà finché non la vivi di persona”.
Ma non per gli scrittori.
Un romanzo sul Covid-19, scritto prima che il Covid-19 esistesse.
Ambientato nella primavera del 2020, racconta la storia immaginaria di un virus che nasce in Asia e infuria in tutto il mondo, sovraccaricando i sistemi sanitari, obbligando le scuole a chiudere e i cittadini a mettersi in isolamento, e mandando in rovina l’economia globale.

Leggi l’articolo di Lila Shapiro: Lawrence Wright, lo scrittore che sapeva troppo.

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La sfida per i lettori

CContaminarsi può essere pericoloso, ma alle volte è un’opportunità.
Voi da cosa vorreste farvi contaminare? E come può una contaminazione diventare una chance?

Scriveteci le risposte a illatopositivo@cnsonline.it

Le risposte del lettore

Lo scorso numero vi abbiamo chiesto di confidarci quale siano state le cose essenziali a cui avete avuto accesso. Grazie alla nostra collega Susanna per questo piccolo spiraglio di vita quotidiana.

“La sveglia suona, come ogni giorno, ma non è più un incubo; nonostante la pandemia, nonostante il caos nel mondo, nonostante tutto, mi sveglio serena.
Mi sento come da bambina in vacanza dalla nonna. Io che venivo dalla città con i ritmi serrati ed inquinati, trovavo finalmente la quiete nella calma e nel cielo pulito della campagna.
Vivere alla giornata, godendo delle piccole, che in effetti sono grandi cose, come una volta, quando il tempo libero lo trascorrevi senza fretta, senza rimorsi, in pace.
Il gusto di cucinare per la famiglia, perché ora hai più tempo da dedicare a te e a chi ami.
E il tempo da anni mi mancava…
Il lavoro ti aspetta, lo fai volentieri, sai di avere intorno dei colleghi che, come te, si danno da fare per il bene comune, impegnati insieme, come un’orchestra alle prove per il concerto.
La semplicità, il non apparire, tutto questo mi sembra essenziale.”

Al prossimo venerdì