ZTL – foto di Maurizio di Leo

ZTL – Zona Territori Liberi

Equinozio d’autunno, la redazione è irrequieta, si percepisce l’energia, il sole si trova allo Zenit dell’equatore, oggi. C’è stato appena un confronto nel paese, non ne conosciamo ancora del tutto gli esiti, ed ancor meno gli effetti, ci sentiamo parte degli eventi, più del solito, liberi di esprimerci, più del solito, l’idea si fa strada così, neanche è nata e già corre e noi certamente non la fermiamo.

Questa è la nostra Zona Territori Liberi, uno spazio di confronto, dove libertà è sinonimo di condivisione e dove gli stereotipi hanno vita breve.

Buona lettura!

Miti che si sgretolano, territori che si spopolano. Oggi più che mai siamo diventati più liberi di scegliere dove e come vivere, un virus che ha cambiato i puntatori sulla mappa del ‘posto che vorrei’, pescando fra gli affetti e i luoghi intimi dove per poter svolgere il proprio lavoro basta una connessione alla rete, ed anche il portafoglio sorride.

Milano: un mito in decadenza

Liberi, ma da cosa? Una trattativa ampia ed articolata, mai del tutto definitiva, con un epilogo dai risvolti contrastanti. Libertà spezzate o semplicemente interrotte in un mondo dai confini blindati per molti mesi, quando avremmo voluto varcarli e sentirci liberi di esplorare.

I Paesi Covid-19 free si possono dividere in due categorie: quelli isolati fisicamente e quelli isolati politicamente ed economicamente, zone “libere” sul mappamondo che hanno visto un bollettino in bianco, o forse solo “truccato”, quelli cioè isolati comunicativamente, dove il covid c’è, ma non se ne parla.

Dove il Coronavirus non si è diffuso (forse)

Una civiltà esordisce col mito e termina nel dubbio”, soprattutto se si tratta di quello della meritocrazia. Una retorica ormai in via d’estinzione contraria agli ideali e alle forme di vita eque, all’organizzazione economica oggi e agli assetti sociali che sono necessari per una società giusta. Aziende che ripensano il loro modo di procacciarsi carburante, ma anche di sopravvivere (e crescere) sul mercato, attingendo dalle neuroscienze e la psicologia per comprendere i nuovi bisogni e comportamenti.

Liberi dal mito della meritocrazia
E da quello della produttività

Libertà è anche immaginazione, possibilità di creare mondi e vederli realizzati. Vivere un’utopia verso orizzonti più alti, farsi promesse e correre il rischio di mancarle, senza per questo smettere di crederci. Perché alcune poi si realizzano: piccole comunità utopiche alla prova del covid, ma anche esperimenti sociali e micronazioni che hanno come principi la proprietà collettiva e la democrazia diretta. Solidali dentro e fuori?

Moni Ovadia su vivere l’utopia
Il modello christiano: l’utopia danese
I Kibbutz israeliani chiudono l’ingresso

Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo, lo diceva Paolo Borsellino, prima di diventare un martire. Liberare un territorio dallo stato ci allontana sensibilmente dal concetto di libertà.

Proposi lo scioglimento del Comune di Capaci, ma rimase lettera morta

Liberi dai social o sociali perché liberi? I prossimi due articoli ci costringono a questa domanda, The Social Dilemma è un fallimento, il documentario di Jeff Orlowski arrivato su Netflix, ci spinge verso un quadro agghiacciante dei social media, derive angoscianti illustrate anche da coloro che hanno contribuito a crearle, ma diventa interessante domandarsi: da chi viene la critica?

TDS The Social Dilemma
Il principio della Torta Gelato

Libertà non è uno spazio libero, è partecipazione, cantava Gaber, sarà per questo che scienziati e ricercatori di tutto il mondo da sempre sono alla ricerca di sistemi di vita nello spazio infinito, forse la sensazione di occupare gli unici territori abitati della galassia non ci fa sentire poi così liberi, ma molto soli.

Esopianeti più di centomila nella nostra galassia

Cartellone

Ci abbiamo preso gusto, stavolta con qualche pellicola in più. A tema o no, ognuno ha evocato un film che ha ricordato territori liberi, oltre ogni immaginazione.

Perché non organizzare una visione condivisa? Simul Watch è un’app che ti permette di trovare il film da vedere in streaming e di poterne condividere la visione con i tuoi amici, commentando in diretta la tua scena preferita. No, non ci prendiamo una percentuale, ma ci stiamo pensando anche noi per un cineforum di redazione!

…e per chi preferisce la musica: questa settimana ci diamo al punk!

Luci cooperative

Biljana Prijic, Alleanza 3.0

“Il nostro non è un lavoro che si può fermare, vedo i miei utenti con la mascherina, meglio se all’aperto. Tranne quello che non esce di casa da 10 anni, ovvio.” Una cara amica lavora in una cooperativa sociale che cura programmi di housing first per le persone con problemi di casa, cui oltre a chi è “senza fissa dimora” si aggiunge chi in casa si seppellisce. Erano i giorni della chiusura totale, e io riflettevo sui miei colleghi di punto vendita che continuavano ad aprire super e ipermercati, e a questa amica che continuava a frequentare il confine tra la società codificata dalla e per la maggioranza e chi si è trovato a seguire percorsi diversi, tanto che diciamo che in quella società vive “ai margini”, che espressione ingenerosa. Qual è la vera zeta-ti-elle? Chi è libero e chi è prigioniero? E come può dire #iorestoacasa chi la casa (per come è intesa comunemente) non ce l’ha? O che differenza fa per chi in casa ci resta comunque, con tutti i suoi fantasmi? E adesso che dobbiamo “convivere” con il virus, come attua il distanziamento sociale chi vive in un dormitorio? Se ci pensiamo, nessun lavoro si può fermare. Quando un mese fa impazzavano le polemiche allucinate degli imprenditori del divertimento, io pensavo ai camerieri e agli altri lavoratori che sembravano comparse mute in quella storia, e mi chiedevo che merito avessi io più di loro nel mantenere più facilmente il mio posto di lavoro. Nessuno, ovviamente. Ragionare di che società complessa e contraddittoria abbiamo costruito e come possiamo renderla meno fragile per i più è un lavoro che non si può fermare, credo.

Scaffale

Nessun dove, Neil Gaiman, Fannucci

Un universo fantastico dove l’immaginario infantile convive perfettamente in un mondo di adulti. Un perfetto archetipo della fiaba e di una narrazione tradizionale di cui Propp andrebbe fiero. Nessun dove è la storia di un ragazzo di provincia che si trasferisce a Londra, ma quella “di sotto”. Costretto a vivere in una città dentro la città dove tutto è possibile e niente è ordinario, angeli, creature mitologiche e mendicanti arricchiscono una storia che si confronta con il buio.

Sei interessato a leggere il libro? Ti ricordiamo che esiste MLOL, la biblioteca digitale aperta e partecipata. Per prendere libri in prestito quando vuoi e dove vuoi.

La domanda per i lettori

Abbiamo parlato di territori liberi, in parte di libertà e di utopie che è giusto alimentare per equilibrare il gusto amaro delle cose. C’è chi non si sente libero in nessun posto e chi la libertà ce l’ha dentro: per te cos’è realmente sentirsi liberi? Qual è il tuo territorio libero?

Inviaci se vuoi le tue riflessioni all’indirizzo email illatopositivo@cnsonline.it

Il nostro resta un territorio prima di tutto inclusivo, aperto alle condivisioni e con un occhio di riguardo ai diversi punti di vista che arricchiscono le visioni. Per questo numero vogliamo ringraziare Roberta Trovarelli di Legacoop Emilia Romagna per aver condiviso con noi un pezzo delle sue.

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