
Dolmen, struttura megalitica risalente al secondo millennio, a Montalbano, frazione di Fasano (BR) – foto di Maurizio di Leo
Resist-ere
“Ammiro chi resiste, chi ha fatto del verbo resistere carne, sudore, sangue, e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere in piedi anche nei momenti peggiori.” (Luis Sepulveda)
Serve allenamento, una buona dose di coraggio e tanta ironia: questi gli ingredienti giusti per reagire. Ma, non basta: antichi testi sanscriti fanno coincidere la nostra era con un’epoca dove materialismo e spiritualità convivono nello stesso individuo, dove la tentazione di farsi guidare dalla corrente senza sapere dove porti, è forte. Avremmo potuto scegliere di non farci coinvolgere, ma in redazione c’è un’aria che scuote e solletica tutti, noi preferiamo Resist-ere.
Per chi vuole andare lontano, dove il vento è pronto a soffiare, questo è il nostro sentiero.
Buona lettura!
Resistere alla fatica di un tumulto globale, che ci coinvolge ad ogni latitudine, crea incertezze ed una diffusa infelicità, ma lo stato emotivo del mondo si può calcolare? Forse sì, le aziende interessate all’umore dei consumatori ci stanno provando, gli algoritmi sono a lavoro da tempo, non senza problemi, misurare i sentimenti non è cosa da intelligenza artificiale.
Nel pieno di una crisi ambientale e nel timore del domani gli attivisti resistono, cercando di adattarsi al cambiamento in atto, ideando nuovi modi di esprimersi, che rispettino la distanza fisica, ma non quella sociale, linguaggi creativi per praticare la resistenza non violenta.
Azione non violenta
Protestare con i meme
Lo dice Massimo Recalcati, più la passione somiglia ad un libro, più è fatta di parole, più è avvincente leggerlo, per non far consumare un sentimento bisogna che assomigli ad un libro e si sa che i giovani sono appassionati, cedono spazi nei centri sociali per le librerie indipendenti, aumentano le iscrizioni all’università e pasteggiano a cultura accorciando le strade che portano all’oblio.
Librerie nei centri sociali
Boom di iscrizioni all’università
La cultura resiste
La resistenza dei giovani ci inorgoglisce e dà forza agli adulti, che debbono lottare compatti ogni giorno per difendere i piccoli, nutrendoli di riferimenti, affetti, relazioni e sì, sembra scontato, cibo.
Lo straordinario invito alla resistenza di un’insegnante napoletana
Indice globale della fame

Ai 100 anni di Gianni Rodari!
La resistenza è per sua natura collettiva, è solo nel gruppo che si trova la formula vincente per ristabilire l’equilibrio. Che il passato ci serva da monito, ma anche il presente funga da lucernario. Magari mettendo in risalto quelle crepe da cui adesso si intravede la luce, per scoprire che in fondo non tutti i mali vengono per nuocere. Uno sguardo aperto e curioso su come stiamo cambiando, a partire dalla mobilità più equa e sostenibile, verso una maggiore quantità di spazio pubblico. Un’accelerazione di cambiamenti che hanno abbracciato anche sistemi complessi come organizzazioni e imprese, dove si rende evidente il legame tra benessere personale e quello collettivo.
Cambieranno le nostre città?
Capitalizzare le esperienze per rafforzare il welfare
Un’infografica sulle iniziative di welfare aziendale nella “fase 1”
Come incide il welfare nelle PMI? (a cura della direzione Risk Management & Internal Audit CNS, da un approfondimento di ANRA)
In fondo ogni epoca ha avuto i suoi crucci, piccoli grandi schemi da sovvertire, ideali da perseguire spesso non senza qualche ferita da curare, perché in campo si scende con il corpo e l’anima.
Come in un libro che si rilegge al contrario, dalla fine per scoprire le vicende centrali e cruciali.
Altri prima di noi hanno resistito. E ce l’hanno fatta. Corsi e ricorsi storici e luoghi di lavoro al centro della resistenza.
Cosa è cambiato dal colera?
La grande resistenza dei lavoratori
“La natura selvaggia contiene delle risposte a domande che l’uomo non ha imparato a porre”
Ed è così che gli insegnamenti migliori arrivano proprio da lì, anche nelle situazioni più avverse.
Lasciamoci ispirare!
Gli aghi dei pini: capolavoro di ingegneria per resistere alla pioggia
…anche dalle parole

Luci Cooperative
Biljana Prijic, Alleanza 3.0
Alla fine ho passato in una cooperativa (prima piuttosto piccola, poi oltremodo grande) la massima parte della mia vita lavorativa. All’indomani della proclamazione di laurea me ne sarei stupita, se me lo avessero detto. La cooperazione non era una ambizione di per sé. Avevo qualche vaga idea sul ruolo che avrei voluto ricoprire e sul tipo di lavoro che mi sarebbe piaciuto fare, ma non avevo idea alcuna sulla forma d’impresa del mio futuro datore di lavoro. Non so misurare oggi quanto il fattore cooperazione mi tenga ancorata alla mia azienda, perché è sempre difficile giudicare le cose mentre le si vive. Qualche volta mi sembra di resistere meglio nei momenti duri (fisiologici) grazie al portato storico e non retorico dei valori e dei principi in cui mi riconosco. In questi numeri de Il lato positivo ho ritirato fuori concetti che se non li verbalizzi rischi di quasi di minimizzarli, e invece sono enormi. La porta aperta, l’intergenerazionalità, la CSR “before it was cool”. Non so se la cooperazione resiste (alle mode, ai cambiamenti, alla contemporaneità, alla pandemia), ma noi cooperatori resistiamo di sicuro, o almeno ci proviamo.
Scaffale
Fahrenheit 451, Ray Bradbury, Mondadori
Temperatura con cui brucia la carta, ma anche quella in cui si consuma una vita alienata. In un mondo in cui si dà la caccia ai libri nelle case dei sovversivi, Montag vive nella sua casa occupata per tre quarti da schermi televisivi cullato in una spenta ed indifferente storia coniugale e un lavoro di routine. Un perfetto romanzo distopico, dove il ruolo dei mass media è sempre più pervasivo e dove l’incontro con una ragazza sconosciuta farà scoprire al protagonista un sentimento nuovo ed un mondo di luce non ancora offuscato dal regime imperante. Una storia attuale di resistenza alla quotidianità e sovversione al regime storto costituito.
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La domanda per i lettori
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