
Città in movimento – foto di Maurizio di Leo
RIPARTENZA
Ripartenza: è la parola più cercata, discussa, analizzata degli ultimi giorni.
Serve concretezza, servono scenari in grado di aprirci le porte del futuro, un futuro percorribile, da vivere senza il timor panico dell’occasione fallita.
Come saranno le nostre città? In quale modo saremo in grado di passeggiare nel mondo?
Una riflessione che partirà dalla messa in discussione della densità urbana come soluzione per vivere in modo sostenibile. Città che corrono, grandi metropoli e spostamenti supersonici quello a cui finora abbiamo assistito. Riprogettare edifici, strade, ambienti, per abitare nuovi spazi, a misura delle crescenti necessità.
Come? Passando attraverso l’architettura, il design, i materiali di progettazione.
Non bisognerà solo ritrovare spazio, ma anche il tempo: movimenti agevolati, mete facilmente raggiungibili, il verde dominante, non solo come cura, ma interconnessione fra i luoghi. Al bando confusione, automobili incolonnate e il modo rapido di vivere la vita. Varrebbe la pena lavorare per sottrazione riscoprendo la logica dei borghi, magari circolari, popolati da animali e droni che portano la spesa? Una città che vive non solo in strada, ma anche nei cieli.
Città, dunque, resilienti, e non solo esteticamente differenti, con i cittadini come i veri protagonisti di questo processo: un “effetto sciame” in grado di stimolare empatia, nuovi modi di guardare al futuro, ma anche di salvaguardare l’ambiente. Una spinta sociale che passa attraverso l’innovazione tecnologica.
È dalle persone che si riparte per ricostruire i modelli, sociali prima e lavorativi come declinazione del quotidiano. Un cambiamento radicale, una nuova dimensione di quei valori come empatia e gentilezza, parole desuete che assumono nuova forma fra le scrivanie degli uffici.
Non basta però solo pensare, sapere e avere delle bellissime intenzioni, occorre mettere le mani in pasta, o almeno provarci. Il futuro come stile di vita, da vivere con curiosità, sperimentazione costante, perché non ripartendo da un nuovo senso di comunità?
Ripartire da sé stessi, per essere da sostegno agli altri. Quando uno sguardo al passato è una spinta per ricominciare a vivere il presente.
È quello che la nostra collega Cristina ha deciso di fare, condividendo con noi dei suoi pensieri liberi, delicati e personali. Questa settimana, invece di pubblicare le risposte alle domande per i lettori, abbiamo scelto di dare spazio a questa lettera che ci ha fatto arrivare, inattesa.
Cara mamma,
un giorno di dieci anni fa, hai iniziato a dimenticare, a cancellare ogni ricordo, ogni sfumatura della tua vita. La malattia ti ha allontanato sempre di più da me fino a non sapere chi fossi. Il tuo sguardo assente era una ferita per me che non riuscivo a rimarginare. Quante lacrime ho versato.
Questi due mesi e mezzo di lockdown ci hanno separato e per sempre diviso. Mi hai abbandonata il 18 Aprile, da sola, in un letto di ospedale senza ricevere nemmeno un mio ultimo saluto, un mio ultimo abbraccio.
Sei sempre stata orgogliosa di me, mamma, hai sempre gioito dei miei successi ed accettato i miei fallimenti. Mi hai sempre spinto a seguire i miei sogni, a superare gli ostacoli. Hai sempre creduto in me anche nei momenti in cui nemmeno io credevo in me stessa. A te raccontavo quotidianamente cosa mi succedeva. Tu eri la mia roccia!
Non so né quando né come avverrà ma so che devo ripartire. Ripartire da dove tu mi hai lasciato. Ripartire con i tuoi insegnamenti, ripartire, sì, ma DA SOLA.
Vogliamo chiudere con la sua magia, lasciando una porta aperta sul futuro che ci aspetta e la mano tesa al prossimo che verrà.
#Giustadisale – Tutto ciò che ha gusto
Laura Malfatto incontra Giuliano Tavaroli: esperto di sicurezza e Big Data, è stato capo della sicurezza in Italtel, Pirelli-Telecom e ha fatto parte dei Reparti Speciali Antiterrorismo del Generale Dalla Chiesa. Una riflessione che parte dal confine fra sicurezza dei dati e privacy e ci conduce in un inedito parallelismo fra anni piombo e Covid.
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Luci Cooperative
Biljana Prijic, Alleanza 3.0
La ripartenza formidabile della cooperazione dopo la guerra ha goduto, mi sembra, di due spinte: la rinascita dopo un ventennio di messa al bando delle cooperative, e la vastità di un paese intero da ricostruire. Di questa strana ripartenza in recessione economica globale nulla sappiamo, e non abbiamo punti di riferimento; neanche la lettura del passato ci aiuta poi molto. Ma che la cooperazione sia potenzialmente anticiclica e che, quindi, possa avere qualche anticorpo utile nelle difficoltà ce lo dobbiamo ricordare noi cooperatori per primi, e lavorare sodo per un esito positivo. La cooperazione non nasce pensando ai profitti ma parte dai bisogni (in questo anticipando l’orientamento al cliente di molti decenni). In questa ripartenza nasceranno bisogni che nemmeno ci immaginiamo: sarebbe buono, credo, ripetere le nostre mission cooperative come dei mantra contro le risposte facili (seguire le tendenze o le tecnologie). Ripartire dai soci, dai clienti, dagli utenti non è solo alla nostra portata, è nel nostro DNA.
Scaffale
“Un mondo sostenibile in 100 foto”, di Enrico Giovannini e Donato Speroni, foto a cura di Manuela Fugenzi, Editori Laterza
Uno sguardo intorno a noi, per ripartire da dove siamo, in direzione di dove vorremmo arrivare.
Un mondo nudo e crudo, con i limiti e le sue possibilità, tutte da cogliere e valorizzare.
La fotografia dell’attuale, colori inebrianti, forme fantasiose sono quello che la natura e il mondo circostante ci offre.
Per ripartire con il piede giusto, meglio non schiacciare l’acceleratore.
“Un mondo sostenibile in 100 foto”: gratuito il volume online per le scuole
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La sfida per i lettori
Scriveteci le risposte a illatopositivo@cnsonline.it
Questo numero nasce dal contributo di una ventina di scalpitanti non comunicatori, lettori e pensatori in ebollizione in questo tempo di cambiamenti.
Ma Il lato positivo in questo numero si arricchisce di contributi esterni, persone e organizzazioni che credono nell’allegra potenza del mettere le idee in circolo e lasciare che prendano libere la propria strada. Ringraziamo il “pazzo scriteriato” Carlo Turati di EOS Management Consulting e lo “studioso del futuro” Valerio Betti di CoB Social Innovation, per aver condiviso con noi pezzi illuminanti, fornendoci uno spunto per tracciare il nostro racconto.
Potrai farlo anche tu, quando vorrai, scrivendo all’indirizzo illatopositivo@cnsonline.it.