Tuttedonne – foto di Maurizio di Leo

Tuttimaschi

Simone de Beauvoir scriveva “Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa”. È vero, biologicamente parlando è il primo “regalo” genetico che la natura ci offre, a poche ore dalla fecondazione, quel gruppo di cellule sa già a quale genere appartiene, sebbene per ragioni storiche o culturali la distribuzione degli uomini e delle donne nel mondo non sia sempre equa, il genere ha le stesse probabilità di manifestarsi tra gli individui, e allora perché siamo tuttimaschi?

Parliamo di questo, e della ricerca del proprio posto nel mondo, dove poter essere ciò che si vuole diventare, senza però spaccare il mondo a metà!

Buona lettura!

La pandemia ha evidenziato, se possibile, il peggioramento della condizione femminile in termini di violenza, perdita del lavoro, quindi dell’autonomia e carichi di cura. Secondo dati recenti riportati da Asvis solo il 19% degli esperti intervistati nella descrizione del fenomeno pandemico sono donne, e le donne coinvolte in processi decisionali nella gestione della pandemia in molti paesi vanno dal 5% al 10%, quando non in percentuali ancora inferiori.

Per questo riteniamo che oggi ci siano non uno, ma molti motivi in più per promuovere la voce e la rappresentanza femminile e noi di CNS ci mettiamo in gioco con azioni concrete.

CNS aderisce alla campagna “No Women, no panel”: senza donne non se ne parla

Per chi volesse aderire, ecco le linee guida

Le voci delle donne nei media

Risolutezza, fiducia nella scienza ed empatia, questi i fattori che senza dubbio hanno contribuito ad eleggere i paesi guidati da donne come i migliori ad aver affrontato la crisi generata dalla pandemia. Malgrado rappresentino solo il 7% dei leader mondiali, sono riuscite a distinguersi e far parlare di loro. Non c’è bisogno di essere un mago della matematica per capire che se un Paese (consciamente o inconsciamente) rifiuta il 50% del suo talento per ruoli di leadership, finisce per avere sempre meno talenti. Ma come si configura il modello di leadership femminile dopo l’esperienza della pandemia? Abbiamo trovato qualche argomentazione per chi non ritiene che le donne leader non siano migliori dei propri omologhi maschi.

In ogni caso, per poche che siano, le donne stanno facendo la differenza ma, del resto, la storia ci insegna che quando le donne prendono la parola, i cambiamenti arrivano.

Le leader che hanno brillato nella pandemia

La pandemia e la nozione di leadership femminile

Per quanto poche siano, le donne stanno facendo la differenza e raccolgono consensi in tutti gli ambiti.

Un anno di prime volte per le donne Rettori-Rettrici:

Università Ca’ Foscari

Università La Sapienza

e ci si pensa anche nell’università più antica al mondo: L’Università di Bologna

Negli anni ’70 uscì un libro che fece la storia, “Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Belotti, era un saggio che si prefiggeva di valutare quanto la differenza tra maschi e femmine fosse determinata dalla struttura sociale che avvolgeva la cultura del tempo. Da allora molto è stato fatto, ma l’evento del Covid-19 ha riportato indietro l’orologio di almeno una generazione e sono troppe le donne che oggi pagano il prezzo della pandemia. Per evitare che il divario si allarghi per effetto dell’evoluzione tecnologica, investiamo in STEM e ribaltiamo l’idea per la quale, in fin dei conti, le donne sono sempre “al servizio”.

Coronavirus e parità di genere

Madri e lavoratrici: le proteste delle donne di Yoox

Donne penalizzate anche dalla pensione

L’interesse delle giovani donne europee verso le materie STEM

Donne e stem: quando la parità di genere in ambito informatico?

Sommersi dalla tecnologia e dai tanti dispositivi elettronici, ci ritroviamo a comunicare con loro per risolvere la gran parte dei problemi. Siamo pronti a comunicare con le macchine? È il ruolo degli assistenti vocali con cui parliamo ed interagiamo, la cui voce è prevalentemente donna.

Cosa ci aspettiamo dagli assistenti vocali? (dal podcast “Casual Future” di Google, un esperto di chatbot ci aiuta a capire il funzionamento di questa tecnologia per sfruttarne al meglio le potenzialità)

Una finale di pallavolo femminile – foto di Laura Gori

Il “maschio” era, ed è tutt’oggi, un parametro di riferimento. Meglio se virile, sicuro di sé ed impavido. Non importa se diventa anche pericoloso, come ogni parametro, quando si trasforma in assoluto.

Una storia dalla Cina Dove si “correggono” i giovani omosessuali e gli adolescenti considerati problematici

Ci sono anche storie di uomini dalle esistenze complesse al termine delle quali fare il saldo. Quando accade, vanno raccontate per intero, affinché ogni sfumatura consenta di farne un quadro. Per la speranza che hanno creato e per il dolore che hanno portato.

Il monologo di Roberto Saviano su Maradona

Calciatrice non rispetta il minuto di silenzio

Ma qual è il vero problema delle donne, perché tanti ostacoli lungo il percorso dell’inserimento lavorativo? Da donna, e madre, sembra tutto più difficile. Ma a volte basta cambiare prospettiva alla domanda per rintracciare ipotetiche soluzioni: cosa cercano oggi le aziende e quali le competenze più quotate? Ecco come, secondo alcuni, è proprio dalla maternità che si può ripartire per ripensare nel profondo l’organizzazione del lavoro. E se avessimo più papà a casa per avere più mamme al lavoro?

La maternità è un master (il video di presentazione del saggio “La maternità è un master” di Andrea Vitullo e Riccarda Zezza, edito da Bur, fondatori dell’omonimo progetto, propongono un innovativo percorso di cambiamento)

Più congedi di paternità

La nostra proposta? Scegliamo gli esempi che ci piacciono, e non attribuiamo un genere. Perché quando è alta la marea, è dandosi la mano che ci si mette in salvo.

Appassionate: storie di donne esemplari (link al blog di Filomena Pucci, autrice del libro “Appassionate: storie, donne, imprese)

Vendée Globe: naufrago salvato dall’avversario

In quanto alle parole? C’è chi ritiene che quando parliamo, siamo tutti (più o meno consapevolmente) sessisti. In fondo, sostituire “uomo” con “persona” ci è sembrata una buona idea.

Riflessioni sull’asterisco egualitario

Insomma, lo avete capito: i #maschi ci piacciono, ma preferiamo #tuttifrutti!

Il cartellone

Abbiamo dato fondo alla nostra fantasia, tirato fuori dal cappello titoli di film che ritraggono donne (o uomini?), tanto da volerli raccogliere tutti in un cartellone da cui attingere per il weekend.

Un pezzo della storia americana e la lotta per l’uguaglianza femminile: la mini serie Mrs America

Si avvicina il Natale, e se Babbo Natale fosse donna? Noelle, il nuovo film della Disney

Travestirsi da donna per trovare lavoro: Tootsie – La rivelazione finale

Fingere di essere un uomo per ritrovare il successo: Victor/Victoria (film integrale)

O per coltivare le proprie passioni: Shakespeare in love

Ma anche per studiare e amare in segreto: Yentl

Scaffale

L’animale che mi porto dentro, Francesco Piccolo, Einaudi

I movimenti, i sentimenti e le contraddizioni che portano l’uomo a comportarsi come si comporta e a essere quello che è, in un libro che analizza cosa vuol dire essere uomo e maschio contemporaneo. Nell’animale che mi porto dentro, il mondo è quello da sempre governato dall’universo maschile, con dei tratti che si tramandano di generazione in generazione, e che l’uomo è costretto ad accettare, fin da quando è bambino: i valori della virilità, del coraggio, della forza, della violenza, per citarne alcuni. Un libro per quegli uomini che vogliono leggersi dentro.

Ma per tutti gli altri, noi ne abbiamo di ogni genere: 40 titoli, 40 voci di donne

Sei interessato a leggere il libro? Ti ricordiamo che esiste MLOL, la biblioteca digitale aperta e partecipata. Per prendere libri in prestito quando vuoi e dove vuoi.

Arriva Babbo Natale

Una rubrica in vista del Natale, dove i regali sotto l’albero non possono mancare. Qualche spunto per il prossimo da comprare?

Un libro per piccole e piccoli, senza distinzioni: Storie della buonanotte per bambine ribelli

E per quelli a cui piace sperimentare: giocattoli STEM

A proposito di bambini, si sa che hanno le idee chiare e una spiccata sensibilità, non perdendo occasione per dimostrarlo: Gli effetti del sessismo sui bambini (video di un simpatico esperimento natalizio)

La domanda per i lettori

Questa settimana vi proponiamo una storiella introdotta dal filosofo Douglas Hofstadter nel 1983 per spiegare il tema dei “presupposti riduttivi”: Padre e figlio fanno un incidente in auto, il padre muore ed il figlio rimane gravemente ferito. Questo viene portato d’urgenza al pronto soccorso dove si decide di operarlo per salvargli la vita. Il chirurgo entra, lo guarda e dice: “Non posso operarlo: è mio figlio!”.

Quale la soluzione di questo macabro indovinello? Per ogni risposta e per qualsiasi riflessione che vorrai condividere, riceviamo e leggiamo volentieri su illatopositivo@cnsonline.it

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