
27.01.1945 – foto di Maurizio di Leo
Fratellanza
“A bbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli” (Martin Luther King).
Umanità allo specchio, gli uni come gli altri, fratelli e sorelle che si uniscono nel medesimo destino, perché la strada da percorrere è tanta e le asperità non tardano sul cammino. Starsi accanto oggi è una metafora del senso di umanità che dovrebbe raccoglierci tutti, non sempre sembra essere percorribile ma noi del Lato Positivo crediamo nella Fratellanza, universalmente condivisa. Come le parole che scegliamo ogni settimana con cura, e che per questo numero ci arriva direttamente dalla nostra cooperativa Formula Servizi.
Il lancio della parola di Antonella Conti – Presidente di Formula Servizi
Buona lettura!
Guardare oltre i propri confini, promuovere i valori della tolleranza, dell’inclusione e della solidarietà. Non basterebbe un solo giorno per sostenere ed incentivare la cultura della pace, oggi più di sempre come una strada comune da percorrere. La comunità internazionale si stringe attorno i temi più attuali, sfide presenti che disegnano il futuro, dove il rilancio deve seguire un andamento costante ed omogeneo, per non lasciare nessuno un passo indietro.
Nasce la “Giornata Internazionale della Fratellanza umana”
I nodi al pettine per il futuro dell’Unione Europea
“Sapete che cosa significa amare l’umanità? Significa soltanto questo: essere contenti di noi stessi. Quando uno è contento di sé stesso, ama l’umanità” (Pirandello).
Una visione eticamente elevata, fratelli tutti, uniti in un unico destino. A volte anche contro le evidenze storiche e sociali a cui assistiamo. Come si potrà creare una cultura universalmente aperta e collaborativa? Dalle pagine cristiane ai rivoluzionari, dagli illuministi al sentire comune, la fratellanza è un concetto universale, non indica una realtà ma una semplice metafora: facciamo parte della stessa umanità.
Qualche riflessione sulla fratellanza
Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa. È così che quando sono i simboli a parlare, non servono le parole per trattare di inclusione. Il cambiamento di rotta nel nuovo Studio Ovale e la rivincita della democrazia tra busti e ritratti.

Tanta è la strada ancora da fare verso l’uguaglianza: se da un lato ci pensiamo parte di una stessa umanità, dall’altro persistono molti limiti culturali nell’inclusione dei popoli diversi dal nostro. Segno della fragilità della società, da tempo multiculturale e multireligiosa.
L’immigrazione straniera in Italia
L’idea che tutto sia un “gioco a cui avremmo giocato poco” fa credere di non avere un ruolo, ma ognuno ha la sua parte d’azione, soprattutto quella che si gioca tra i banchi di scuola, perché tutti siamo coinvolti nella rivolta contro guerre che non devono esistere. Sulle pagine della nostra storia comune, immagini e fotografie per risvegliare la forza ancestrale del cambiamento.
Crediamo di essere assolti e siamo tutti coinvolti (brano di De Andrè “Canzone di maggio”)
Donne da Nobel per la Pace 2020: l’impegno della fotografa Aida Muluneh
Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di ispirare, di unire le persone, di creare speranza là dove prima c’era solo disperazione. Ha più potere dei governi nel rompere le barriere razziali. Irride ogni tipo di discriminazione – Fu uno dei discorsi più potenti della storia dello sport, pronunciato da Nelson Mandela più di venti anni fa, sempre attuale. I Giochi Olimpici, occasione di sfide muscolari tra tutti i paesi del mondo e tutte le discipline conosciute, sono anche occasione di fratellanza e di portare all’attenzione del mondo temi di disparità.
Le tecnologie favoriscono la fratellanza? Di seguito alcune riflessioni, tra scienza e religione, sul corretto uso degli strumenti per favorire un dialogo multiculturale
Possiamo esserne orgogliosi, lavoriamo nel mondo cooperativo, su certi argomenti questo fa la differenza, inclusione, condivisione, assistenza, sociale, sono parole con cui ci confrontiamo, ma sappiamo delle difficoltà che il multiculturalismo può generare in un’azienda. L’unico modo è percepirlo come una ricchezza ed una sfida, la molteplicità delle culture, in un’organizzazione, può diventare un vantaggio.
10 modi per progettare prodotti inclusivi
Il Covid non guarda in faccia i fratelli, ma se sei fratello, forse, tieni lontano il Virus. L’imprevedibilità di questa pestilenza ci racconta come sia possibile che prenda traiettorie divergenti anche nei confronti di gemelli identici che hanno contratto la malattia nel medesimo momento e di come questa possa manifestarsi in maniera diversa, o come gli abitanti di Ecovillaggi e comunità “intenzionali” abbiamo saputo tener lontano il contagio.
27 Gennaio – Giornata della memoria – l’abbiamo già ricordata nello scorso numero, in questo, vogliamo piantare a nostro modo un “carrubo” nel giardino dei giusti, per tutti coloro che hanno pensato ai loro fratelli, in circostanze nelle quali farlo poteva significare morire.
Luci cooperative
Biljana Prijic, Alleanza 3.0
Bratstvo i jedinstvo. Fratellanza e unità. Come mamma e papà, come il burro e la marmellata: una coppia indissolubile che ho conosciuto fin “dai tempi delle gambe corte”. Nella Repubblica Federale Socialista di Iugoslavia questo binomio era un motto onnipresente e pareva sempiterno, era una convinzione e una speranza assieme, un talismano che proteggeva noi poveretti fuori da entrambi i blocchi, in quello che nella metà dell’anno in cui ero in Italia sentivo chiamare terzo mondo. Che senza fratellanza non ci potesse essere unità ci era chiaro, ma ci fu orribilmente chiarissimo quando il fratello si mise a sparare all’altro fratello, quando la fratellanza era metaforica, e in diversi folli casi persino quando era di sangue. Nella SFRJ gli studenti studiavano autori da tutto il mondo, compresi molti italiani, a partire dal padre Dante. Non credo conoscessero Ungaretti, quando definisce “fratelli” parola tremante / nella notte / Foglia appena nata. Sicuramente quella foglia era giovane perché giovane era la Repubblica. Ma non accetterò mai la tesi che fosse una foglia condannata ad accartocciarsi. Molti di noi se ne sono presi cura con amore e sono morti un po’ con lei quando ha perso il suo verde per sempre. Ha scritto Johan Galtung, uno studioso dei conflitti scoperto durante una di quelle formazioni aziendali che ti cambiano la vita: “Bisognerebbe sperimentare una comunità aperta di queste nazioni di slavi meridionali, né troppo vicini né troppo lontani, basata su fratellanza (bratstvo) e sorellanza, ma non sull’unità (jedinstvo)”. Ci penso spesso a questo uovo di Colombo che farebbe bene a tutti gli ex fratelli, che hanno capi troppo stupidi e corrotti per ammetterlo. “Dove niente è stato risolto, la violenza ritornerà sempre dopo un certo tempo”, dice ancora Galtung. Vediamo quanti nodi irrisolti stanno venendo al pettine a livello planetario, e sappiamo quanto la pagheremo. Come cooperatrici e cooperatori penso siamo portati per cultura a sentirci sorelle e fratelli. Perché è difficile che ci sia unità senza fratellanza, ma possiamo provare l’inverso.
Scaffale
I fratelli Karamazov, Fëdor Dostoevskij, Einaudi
Un romanzo mondo, Dostoevskij morirà quattro mesi dopo la pubblicazione. Nella famiglia Karamazov si alternano in modo mirabile il fascino della sensualità, la voglia di mettersi in gioco sporcata dall’abiezione e dalla corruzione. Un padre, Fedor, depravato, autoritario, dissoluto, tre figli, tutti diversi. Dmitrij, il più simile al padre, avido, astuto, ruberà al padre denaro e amante, Ivan, l’intellettuale, perso nelle elucubrazioni nichilistiche sul superuomo. Alesa, quello puro, leale, novizio in un convento alterna generosità a ingenuità. C’è anche un quarto figlio, illegittimo, Smerdjakov, instabile, condannato da un odio perpetuo verso il padre. Un romanzo che contiene tutto, la morte, desiderata e provata dai figli, suicidi, impazzimenti, violenze. Un romanzo che si arricchisce di versioni laterali, di romanzo nel romanzo, come la meravigliosa parte della leggenda del grande inquisitore narrata da Alesa, un allegorico Gesu’Cristo che si manifesta tra la folla dispensando miracoli e un grande inquisitore che lo fa arrestare. C’è Dio, ateismo, il paradosso nelle fede assoluta dell’uomo, il concetto dell’autodeterminazione, la violenza di chi detiene il potere. Una contraddizione che ancora oggi incendia le nostre società.
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La domanda per i lettori
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