Equilibri – foto di Maurizio di Leo

EQUILIBRI

“Cos’è il genio se non equilibrio sul bordo dell’impossibile?” Scriveva Norman Mailer.
Che sia un approccio filosofico, esistenziale, o semplicemente di prossemica siamo da sempre alla disperata ricerca di una qualche forma di equilibrio.
Funamboli esistenziali, sospesi su un sottilissimo filo di tempo tra il fascino di vedere il mondo dall’alto e le vertigini del non conosciuto.
Sospesi, tra la voglia di abbandonare le tristezze prudenti e il desiderio di superare le anomalie previste, in equilibrio tra il sogno di una via possibile e l’esperienza col quotidiano.

Ci abbiamo provato anche questa settimana, le altezze non ci spaventano, soprattutto quelle concettuali.

Buona lettura!

I mesi trascorsi, andando di poco indietro nel tempo, ci hanno insegnato di come sia difficile tenere alta l’attenzione (e la produttività) tra un biberon da preparare, le insidie della casa da monitorare (pelosi compresi) e le scadenze da rispettare: d’altronde il detto “è sempre bene guardarsi le spalle” vale anche durante le video call.
Equilibrismi complessi, quanto più sfidanti, quelli dell’essere donna, lavoratrice e mamma, da intimidire anche la Dea Kalì. Uno sport ad alta intensità, tra la voglia di costruire tanti nuovi piccoli passi da consegnare al futuro e la paura di perdere il proprio posto nel mondo, nella corsa affannosa verso una conciliazione che non sia solo un trofeo immaginario.
Ripartire, certo, ma da dove?
A volte le pandemie non bruciano solo vite umane ma anche odiosi stereotipi, da quella fiorentina nacque il Rinascimento, chissà se da questa potrà nascere un nuovo ruolo per la donna.

Con i suoi spazi da conquistare, che non siano solo fatti di eleganti cliché e distinte considerazioni, ma conditi dalla ricerca di parole e soluzioni reali, che guardino non solo fra le scrivanie dell’ufficio o dall’alto di una pedana, ma alla complessità dell’essere un umano.
Quegli stessi spazi che abbiamo dovuto rimodulare, ricavarne di nuovi fra quelli abituali, costruire uffici lì dove prima c’era un salotto, regno di stasi e spensieratezza, ricercando un equilibrio tra i luoghi del lavoro e quelli del tempo libero, quando la contaminazione è un pericolo da arginare e il gioco dei pro e contro si fa articolato.
Un cambio di paradigma che necessita di un rinnovato modello di sviluppo, e della costituzione di nuovi diritti per i lavoratori, nell’era di conference call non più occasionali, alla ricerca di equilibrio che renda giustizia a tutti, da chi ci esorta a “riprenderci la vita” come se non l’avessimo continuamente rigenerata.
C’è un gran lavoro distruttivo da fare, direbbero i dadaisti, ricostruire dalle macerie delle nostre consuetudini, ripensare non solo le nostre città ma anche l’equilibrio tra l’essenzialità della cultura, di una nuova fruizione che faccia da stimolo e volano per una ripresa, e quello che per alcuni è considerato superfluo, tanto da chiedersi se è vero che l’essenziale è invisibile agli occhi.

Usciremo da questo periodo con una sola consapevolezza: niente sarà più come prima, forse occorrerà aprire le porte al pensiero divergente, essere più flessibili e creativi, quando anche i migliori equilibristi al mondo paiono vacillare.

Sicuramente gli artisti sono già a metà dell’opera.

#Giustadisale – Tutto ciò che ha gusto

Equilibri che passano necessariamente attraverso elementi socio-economici. Davanti alle questioni sociali, quelle da riformulare, riequilibrare e su cui ci si trova costantemente in bilico, è evidente che si sviluppi una domanda politica. Laura Malfatto prosegue il ragionamento con Francesco Giorgino, trattando di come la “politica” – intesa come incastro tra scelte, responsabilità e istituzioni – deve e può svolgere il suo ruolo naturale di rappresentanza e di decisione affinché si faccia il possibile per stabilire un equilibrio tra la fragilità del presente e le incertezze del futuro, con la ricerca di una rinnovata fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.

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Luci Cooperative

Biljana Prijic, Alleanza 3.0

Si cerca un equilibrio in genere dove c’è un conflitto. Se la vita lavorativa e quella personale andassero già d’amore e d’accordo non investiremmo tanta energia nel cercare una conciliazione. La cooperazione mi sembra su questo meno attiva di quanto per storia e aspirazioni dovrebbe. I cooperatori di un secolo e mezzo fa sono riusciti a fare il pane con farina non tagliata con il gesso mettendosi assieme in gruppi d’acquisto e avviando le cooperative di consumo. Noi oggi facciamo fatica a darci un migliore trattamento di valorizzazione del tempo rispetto ai lavoratori di imprese non cooperative. Negli studi che avevamo fatto anni fa con Generazioni, il network dei cooperatori U40, non emergevano differenze significative tra “noi” e il mondo delle imprese di capitale. Ed è un vero peccato, perché il tempo oggi è la risorsa scarsa per definizione per tutti, è il nostro “pane quotidiano”. Valorizzarlo è un bisogno così trasversale e basilare che andrebbe fatto per tutti. Smontando i miti della permanenza a oltranza in ufficio (non è dedizione: è cattiva organizzazione, o sbagliata distribuzione dei compiti), ma anche e soprattutto prendendo a cuore una questione di genere in cui possiamo fare la differenza. La conciliazione vita/lavoro non è un affare di donne, e nemmeno solo di chi ha figli: è la base di una società più equa per tutti e anche di un mondo del lavoro che crea più ricchezza. Sarebbe una scommessa bellissima per una cooperazione che volesse onorare la sua storia.

Scaffale

Le disobbedienti. Storie di sei donne che hanno cambiato l’arte, Elisabetta Rasy, Mondadori

Abbiamo parlato di equilibri, fra i luoghi che si abitano e che si arricchiscono di nuovi mondi tra loro interconnessi, della complessità della modernità da affrontare a tinte rosa. Per questo vogliamo proporvi un libro che dipinge su tela storie e colori, ognuna con le sue forme e diversità cromatiche, oltre che esperienziali. Tuttavia, un tratto essenziale accomuna le sei protagoniste: il coraggio e la tenacia di contrastare le proprie fragilità e le aggressioni della vita. Incontriamo così Artemisia Gentileschi, in fuga dalle calunnie romane, e un’icona della bellezza e del fascino novecentesco come Frida Kahlo, per poi passare da Élisabeth Vigée Le Brun, costretta all’esilio dalla Rivoluzione francese, a Charlotte Salomon.

Storie di equilibrio tra la resistenza ed eroismo, e vizi, come irrequietezza e ribellione, trasformati in virtù.

Sei interessato a leggere il libro? Ti ricordiamo che esiste MLOL, la biblioteca digitale aperta e partecipata. Per prendere libri in prestito quando vuoi e dove vuoi.

La sfida per i lettori

Il periodo che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo ci ha costretti, come Penelope a disfare la tela degli equilibri e tessere ogni giorno nuove trame: la casa, il lavoro, la famiglia, tutti lì, tutto insieme. E tu, per dirla alla Vasco, hai trovato il tuo equilibrio sopra la follia? Raccontacelo se vuoi, scrivendo all’indirizzo email: illatopositivo@cnsonline.it

La nostra riunione di redazione questa settimana ha aperto la connessione ad un ospite d’eccezione: ringraziamo Rossella Sobrero per essere stata con noi ed aver ascoltato i pensieri di una banda di presunti sfaccendati in cerca di risposte, o forse solo di domande.

Siamo aperti, simpatici e qualche volta ci scappa anche una parolaccia. Vuoi essere anche tu dei nostri? Scrivici se sì, o anche se no (e perché), all’indirizzo email illatopositivo@cnsonline.it

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