
Groviglio – foto di Maurizio Di Leo
Groviglio
I l ritmo è frenetico, gli equilibri non sempre facili da tenere e si confondono i fili di una realtà sempre più interconnessa. Non sarà certo uno srotolamento lineare di un semplice gomitolo, ma il Groviglio di effetti domino che si può districare e comprendere a fondo solo unendo i puntini.
Noi continuiamo a ricercare un senso che, da Lato Positivo, speriamo in fondo in fondo di trovare.
Buona lettura!
“Viviamo tutti lo stesso tempo ma lo percepiamo in maniera differente” (Geopolitica delle emozioni, Dominique Moïsi)
Le principali teorie geopolitiche argomentano che domina il mondo chi controlla i mari, il centro della terra, l’aria e lo spazio. Tuttavia i campi di battaglia sono più aggrovigliati di quanto pensiamo: perché sì, il nostro modo di pensare è in gran parte condizionato dalla genetica e dall’ambiente, ma prendere posizione è più difficile che mai. Se è vero che “nei conflitti di domani prevarrà chi racconterà la storia migliore”, anche la ricerca di informazioni corrette e neutrali sarà determinante, per scongiurare la probabilità di far perdere a normali cittadini la possibilità di informarsi e far sentire la propria voce. Questioni alte, altissime, che arrivano ben oltre l’atmosfera e sfondano i confini dello Spazio.
Il campo della propaganda e dei social
La mente come campo di battaglia
L’invasione dell’Ucraina nello Spazio
Lo shock di un conflitto non lontano dai confini dell’Unione europea ha riacceso anche i riflettori sulla possibilità di una progressiva integrazione nelle politiche di difesa dei paesi membri. Abbiamo voluto dare uno sguardo alla storia dell’antropologia, dove non sono mancati i tentativi di fornire una definizione del concetto di guerra. Vi proponiamo un’interessante riflessione.
Antropologia della guerra, anche per il tempo di pace
I conflitti non sono mai abbastanza, ognuno ha le sue ragioni e le parti che ancora oggi non si incontrano. Nello scalpore generale, altre vicende passano silenziose.
Sanzioni economiche a Gaza?
La notizia positiva, in questo fosco dramma d’altri tempi, è la mobilitazione per l’accoglienza. Dall’uno all’altro capo del mondo le mani tese non si sono sprecate, finalmente dimostrandoci umani, troppo umani, nella nostra virtù più nobile. Gli sconvolgimenti dovuti all’irrompere della guerra nel cuore dell’Europa hanno riportato la questione in primo piano: è forse questo il momento giusto per capire che l’accoglienza è un investimento e non un semplice costo?
Tre consigli oltre lo spontaneismo
Il sistema dell’accoglienza può essere una risorsa
Tecnologia al servizio dei rifugiati
Un consiglio cinematografico per il weekend, in questi giorni in sala: “Flee”, memoria di un rifugiato.
In tutta questa matassa, c’è pure qualcosa che riesce ad essere sgrovigliata: dopo 21 anni è stata completata la mappa del genoma umano: sei articoli pubblicati in un numero speciale della rivista Science, che a questo traguardo dedica la copertina, portano alla luce il contenuto dell’8% del libro della vita che finora non era stato decifrato.

Esiste un dibattito più aggrovigliato di quello su energia e clima? Al suo interno si mescolano avanzamenti tecnologici e considerazioni economiche, scoperte scientifiche e politiche più o meno progressive (o regressive, a seconda di dove ci troviamo). E, al di là dei grafici, delle conferenze e degli infiniti dibattiti su come cambiare la situazione, troviamo le vite di milioni di persone che potrebbero doversi spostare, dentro e fuori dal proprio paese, per sopravvivere.
Il treno a energia gravitazionale che non ha bisogno del pieno
Quanto costa l’energia nucleare?
Il rapporto ONU sul cambiamento e le migrazioni climatiche raccontato dal Post
Le grandi tragedie del nostro tempo recente, la pandemia e la guerra, non hanno inciso solamente sui grandi numeri (delle vittime) e sui massimi sistemi, ma anche sulle nostre vite quotidiane, in una reazione che in alcuni casi è stata virtuosa: abbiamo modificato le nostre stesse vite, il nostro rapporto con la tecnologia, il nostro rapporto con la produttività e, in certi casi, forse meno del previsto, anche il sistema produttivo.
Come cambiano “testa” e zaino del lavoratore ibrido
Ma oltre alla nostra quotidianità, a modificarsi è anche il nostro stato mentale: come già per la pandemia, allo scoppio di questa guerra (reale) si è accompagnata un’altra guerra: quella di opinioni, in un dannoso rito tribale tra tifoserie profondamente lacerante per la nostra psiche e per il nostro tessuto sociale.
Guerra e pandemia, due film con lo stesso copione psicologico
Scaffale
La mascella di Caino, Torquemada, Mondadori
P ubblicato in origine nel 1934 all’interno di una raccolta di rompicapi, e tornato d’attualità grazie a TikTok, “La mascella di Caino” non è propriamente un libro, ma non è neanche un gioco: si tratta di un complicatissimo enigma linguistico e letterario. 100 pagine stampate in ordine sparso, 6 assassini, 6 vittime. Compito del lettore, accettare la sfida, tagliare le pagine del libro e disporle nella sequenza corretta così da risolvere il caso. Solo tre persone in quasi cento anni sono riuscite a trovare la soluzione, l’unica possibile tra le milioni di combinazioni.
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La domanda per i lettori
In tutta questa confusione di giochi di parte, di vicende interconnesse, e di un continuo divenire a ritmi serrati, in fondo, ognuno di noi ricerca pure un senso che speriamo possa esserci. Cos’è che, in questo periodo, nel groviglio, hai compreso e forse sistemato? Scrivici se vuoi a illatopositivo@cnsonline.it
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