Un ulteriore passo avanti nella transizione verso un’economia sostenibile dell’UE.

Il 31 luglio 2023 la Commissione europea ha adottato l’atto delegato sulla prima serie di standard europei per la rendicontazione della sostenibilità (ESRS) come prescritto dai colegislatori nella Direttiva sulla rendicontazione aziendale sulla sostenibilità (CSRD – Direttiva (UE) 2022/2464) adottata dalla Commissione nel dicembre 2022.

Questo importante passo, segna un ulteriore avanzamento rispetto al più ampio percorso tracciato dal Green Deal europeo che mira a rendere l’Unione Europea maggiormente sostenibile e ad impatto climatico zero. Per poter raggiungere questo ambizioso obiettivo, è fondamentale che le imprese avviino processi che le conducano verso una transizione sostenibile, modificando i propri business e riducendo il loro impatto climatico.

In questa ottica, il reporting di sostenibilità si posiziona come un elemento chiave in ottica di trasparenza, monitoraggio, pianificazione e comunicazione degli impegni di un’organizzazione in merito alla sostenibilità. In un momento in cui i mercati finanziari hanno bisogno di accedere a informazioni in materia di sostenibilità che siano affidabili, pertinenti e comparabili affinché il capitale sia indirizzato verso il finanziamento della transizione sostenibile, gli obblighi normativi in merito alla rendicontazione risultano cruciali.

Per rispondere a queste esigenze, nel novembre 2022 è entrata in vigore la nuova Direttiva della Commissione europea Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La nuova Direttiva, non va soltanto ad ampliare l’ambito di applicazione degli obblighi includendo un numero molto più ampio di imprese, ma va anche a modificare e colmare le carenze della precedente legislazione sulla Dichiarazione di Informazioni Non Finanziarie (NFRD, Non-Financial Reporting Directive).

Nello specifico, la Direttiva CSRD persegue i seguenti obiettivi:

  • affrontare le carenze della legislazione precedente sulla dichiarazione di informazioni non finanziarie prevedendo l’obbligo in capo alle imprese rientranti nella normativa di considerare, sulla base del principio della “doppia materialità”, sia l’impatto che l’impresa ha sulla sostenibilità, sia come i fattori esterni influenzano la loro attività;
  • adottare standard comunitari a livello europei che le imprese possano utilizzare per il proprio reporting;
  • colmare le lacune nelle norme vigenti in materia di informazioni sulla sostenibilità, arginando il fenomeno greenwashing;
  • migliorare l’informativa sulla sostenibilità, al fine di sfruttare meglio il potenziale offerto dal mercato unico europeo per contribuire alla transizione.

Per procedere con la sua implementazione concreta, la Commissione europea ha assegnato all’EFRAG,  il compito di elaborare un pacchetto di standard europei per il Bilancio di sostenibilità, adottati poi nel luglio 2023 dopo un lungo periodo di confronto e consultazione.

Gli Standard europei per la rendicontazione della sostenibilità (ESRS) mirano a garantire uniformità nella rendicontazione e a fornire dati comparabili ed attendibili sulle performance ambientali, sociali e di governance delle imprese.

Gli ESRS sono composti da 12 sezioni, suddivise in due macroaree:

  • 2 cross-cutting standards, ovvero degli standard che non riguardano uno specifico tema di sostenibilità, ma sono applicabili a tutti i campi di rendicontazione;
  • 10 topic-specific cross-sector standards, ovvero requisiti che fanno riferimento alle 3 aree ESG: Environment, Social e Governance.

Le imprese saranno obbligate a rendicontare seguendo i nuovi standard europei, in base alle tempistiche previste dalla CSRD:

  • dal 1° gennaio 2024 le società che già oggi hanno l’obbligo di rendicontazione non finanziaria, ovvero le aziende quotate con oltre 500 dipendenti e di interesse pubblico rilevante (con reporting quindi nel 2025 sull’anno 2024);
  • dal 1° gennaio 2025 l’obbligo passa alle grandi imprese non quotate (reporting dal 2026 sull’anno 2025);
  • dal 1° gennaio 2026 per le PMI quotate, le istituzioni creditizie piccole e non complesse e le imprese assicurative “captive” (reporting nel 2027 sull’anno 2026).

Inoltre, per raggiungere una sempre maggiore convergenza verso l’utilizzo di standard comuni da parte di tutte le imprese europee che rendano le pratiche di reporting sempre più funzionali, l’EFRAG e il GRI ,organizzazione non profit che si occupa di stilare degli standard per la rendicontazione di sostenibilità che attualmente vengono utilizzati dalla maggior parte delle imprese, hanno recentemente pubblicato una dichiarazione congiunta sull’elevato livello di interoperabilità e allineamento raggiunto tra gli  ESRS dell’EFRAG e gli Standard GRI.

In conclusione, l’adozione degli Standard europei per la rendicontazione della sostenibilità (ESRS) rappresenta un epocale passo avanti verso una maggiore trasparenza e responsabilità delle imprese europee in materia di sostenibilità, seguendo modelli sempre più uniformi. Appare chiaro come l’Unione Europea stia dall’alto tracciando una strada comune volta al raggiungimento di un futuro sostenibile che vede le imprese protagoniste di questa evoluzione, capace di trasformare l’economia e l’industria europea.

A cura di Impronta Etica*

*Impronta Etica è un’Associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001
per la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa