Direttore, il vostro è un fondo attivo dal 2003 a cui aderiscono circa 14.000 imprese e 700.000 lavoratori. Come è cambiata la formazione in questi ultimi 15 anni?

Un primo ragionamento su come siamo partiti.

Nel 2003 contavamo il 20% delle imprese attualmente aderenti ma con già oltre il 40% dei lavoratori: questo dato rivela che hanno subito aderito i grandi gruppi del movimento cooperativo, che facevano affidamento sul Fondo per utilizzare le risorse per la formazione di lavoratori e soci.
Nell’arco di un paio d’anni queste grandi imprese hanno avuto l’opportunità di utilizzare il nostro Conto Formativo, che consente la restituzione diretta del 70% delle risorse versate per la formazione (nel 2015 diventa l’80%).

Cruciale per noi è stato il 2009, nel corso del quale abbiamo messo a disposizione delle nostre associate, soprattutto le piccole, i nostri assistenti, che sul territorio sono andati a spiegare l’importanza della formazione e ad insegnare lo “strumento Fon.Coop”.

Abbiamo cominciato a pubblicare Avvisi dedicati a distinti target d’impresa.

È del 2010 l’Avviso “Microimprese”, un primo prototipo degli attuali Avvisi Smart, che dal 2013 consentono alle PMI di fare una formazione di piccoli importi, da avviare subito e realizzare in tempi brevi.

Per le imprese, in genere di medie dimensioni, con necessità di contributi più sostanziosi e con un fabbisogno definito, abbiamo proposto gli Avvisi Standard, quando invece c’era bisogno di un’analisi di contesto e l’utilizzo di attività non formative per collocare le attività nel giusto comparto aziendale, sul territorio abbiamo proposto gli Avvisi Complessi. La nostra offerta di formazione negli anni si è dunque evoluta, è stata “permeabile” alle esigenze delle nostre imprese.

Quali sono i vostri principi guida?

Fon.Coop è uno strumento del movimento cooperativo: ci rivolgiamo e facciamo promozione solo alle imprese cooperative e alle “sorelle” dell’economia sociale. Ci ispiriamo ai valori di un’economia sostenibile, “reciproca”, rispettosa delle persone, delle loro capacità e potenzialità. L’offerta di Fon.Coop è specchio di questi valori, che sono stati declinati nei nostri principi guida: solidarietà, equità e flessibilità.

Equità perché si riconosce alle grandi imprese finanziamenti correlati al numero dei dipendenti, solidarietà in quanto le piccole e medie imprese ricevono più risorse di quelle versate per soddisfare il proprio fabbisogno formativo e flessibilità perché le nostre imprese hanno sempre la facoltà di scegliere gli strumenti di finanziamento più adatti in base alle proprie caratteristiche e del territorio di riferimento.

La formazione non può prescindere dalle nuove sfide digitali, come state operando?

Fon.Coop asseconda e accompagna da sempre i processi di ristrutturazione e riconversione delle imprese e la riqualificazione dei lavoratori.

In particolare in Industria 4.0 il valore delle risorse umane, della loro creatività, delle loro competenze sono centrali per innovare l’economia italiana. Segnalo che il prossimo Avviso, che abbiamo chiamato “Strategie Formative per l’Occupazione”, dedica ampie opportunità di finanziamento a queste tematiche. Mi permetto di far notare che nella nuova formulazione di Industria 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico è previsto un credito d’imposta per le attività formative incentrate sulle tematiche di qualificazione del capitale umano. Se da un lato questa iniziativa appare importante per il riconoscimento del supporto delle politiche formative, ritengo che la scelta del credito d’imposta contraddica 15 anni di finanziamento della formazione continua bilaterale, ovvero dei Fondi Interprofessionali. La formazione per Industria 4.0 dovrebbe essere finanziata dai Fondi bilaterali non con il credito d’imposta.