Il rapporto ASviS 2022
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno espresso un chiaro giudizio in merito alla insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e, in risposta a questa considerazione, hanno approvato l’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030. In questo contesto, l’Agenda 2030 si delinea come un quadro di riferimento per tutti coloro che credono in un nuovo modello di sviluppo su cui impostare azioni e politiche.
In Italia, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è nata per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitarli allo scopo di realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Ogni anno ASviS redige e pubblica il “Rapporto ASviS “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”[1], realizzato grazie al contributo di centinaia di esperti appartenenti dalle oltre 270 organizzazioni aderenti all’ASviS. Il Rapporto analizza lo stato di avanzamento del nostro Paese rispetto all’attuazione dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 e illustra un quadro organico di proposte, segnalando gli ambiti in cui intervenire per assicurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del nostro modello di sviluppo.
Il Rapporto 2022 è stato pubblicato durante l’inaugurazione del Festival dello Sviluppo Sostenibile[2] e dipinge uno scenario geopolitico estremamente critico e complesso. La pandemia da COVID-19 sta continuando ad avere un impatto grave sui progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e l’aggressione della Russia all’Ucraina ha causato in tutto il mondo forti ricadute sociali ed economiche, aumentando la fragilità del sistema multilaterale globale, impedendo di ridurre le disuguaglianze all’interno dei Paesi e tra di essi.
La duplice crisi ha rafforzato l’impegno e l’azione dell’Unione Europea che, dopo il Next generation EU[3] preparato come risposta al COVID-19, ha avviato diverse misure per sanzionare e ridurre la dipendenza energetica dalla Russia stessa. Queste misure sono state introdotte, però, in un momento estremamente complesso per la transizione verso un’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale e più giusta da un punto di vista sociale, rappresentando oggi un test critico per le ambizioni e gli obiettivi dell’UE in materia di sostenibilità.
Per quanto riguarda l’Italia, come descritto dal grafico sottostante (costruito sulla base di oltre cento indicatori), l’Italia ha registrato tra il 2010 e il 2021 dei miglioramenti, ma anche dei clamorosi rallentamenti, sul percorso verso l’Agenda 2030. Durante il periodo considerato, si notano miglioramenti per otto SDGs: fame (Goal 2), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), energia (Goal 7), innovazione e infrastrutture (Goal 9), consumo e produzione responsabili (Goal 12), clima (Goal 13). Si evidenzia un peggioramento complessivo per cinque Obiettivi: povertà (Goal 1), risorse idriche (Goal 6), ecosistema terrestre (Goal 15), pace e istituzioni solide (Goal 16) e cooperazione internazionale (Goal 17). Mentre rimane sostanzialmente invariata la situazione per quattro SDGs: lavoro (Goal 8), disuguaglianze (Goal 10), città (Goal 11) e tutela degli ecosistemi marini (Goal 14). Rispetto alla condizione pre-pandemica, invece, nel 2021 l’Italia mostra miglioramenti soltanto per due Goal (Goal 7 e 8), mentre per altri due (Goal 2 e 13) viene confermato il livello del 2019. Per tutti i restanti SDGs (Goal 1, 3, 4, 5, 6, 9, 10, 15, 16 e 17) il livello registrato nel 2021 è ancora al di sotto di quello del 2019, a conferma che il Paese non ha ancora superato gli effetti negativi causati dalla crisi pandemica.
Figura 1: Grafico aggiornamento SDGs goals in Italia nel lungo periodo (2010-2021)

Fonte: Rapporto ASviS 2022
Alla luce di questo quadro negativo, l’ASviS ribadisce l’importanza e l’urgenza di adottare politiche in grado di portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile efficace, in un mondo in cui l’incertezza e le sfide aumentano. Le proposte trasversali contenute nel rapporto le “Dieci idee per un’Italia sostenibile”[1] e consegnate dall’Alleanza alle forze politiche durante la campagna elettorale riguardano diverse raccomandazioni volte al raggiungimento di questo obiettivo come: assicurare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, rendere più sostenibili ed equi i territori, impegnarsi per la giusta transizione ecologica, ridurre tutte le disuguaglianze e non lasciare indietro nessuno come bussola del cammino di sostenibilità di tutti noi. Non più una possibilità, ma una svolta obbligata per superare la grave emergenza in cui siamo immersi, deviando la traiettoria ormai disegnata del cammino dell’Europa.
A cura di Impronta Etica*
*Impronta Etica è un’Associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa (RSI).