Oggi più che mai l’economia dell’usa e getta imperversa nel nostro quotidiano, il ciclo di vita dei nostri beni di consumo si riduce progressivamente, alimentando bisogni e desideri di cui a volte si può fare a meno. Siamo proprio sicuri che quanto cestiniamo debba inesorabilmente passare a miglior vita?

L’illusione e la confortante idea che il pianeta disponga di illimitate risorse e materie prime sta gradualmente perdendo piede alla luce anche delle più recenti vicende, cedendo il passo ad un modello di economia meno lineare e più “circolare”, dove ‘vecchio’ è sinonimo di valore e trasformazione, esaltandone i valori della condivisione e del riutilizzo.

Abbiamo parlato di questo, nel Pranzo Cooperativo CNS dello scorso 6 febbraio, grazie alla presentazione di due bellissimi progetti intrapresi da Formula Solidale, cooperativa sociale socia di CNS, e con Quid Impresa Sociale.

Due realtà simili nel business ma con uno sguardo al mercato molto diverso: con Silvia Scaramuzza – Responsabile Relazioni Istituzionali di Quid – abbiamo ripercorso la forte crescita dell’impresa sociale Quid che offre un’opportunità di lavoro sicuro a persone vulnerabili — soprattutto donne — che hanno combattuto e superato situazioni difficili a livello personale o sociale; da questi nobili intenti è nata l’etichetta di moda “Progetto Quid”, un brand di moda etica e sostenibile che si impegna ogni giorno sia nel reinserimento lavorativo di donne con trascorsi di fragilità sia nel recupero di materiali tessili che diversamente verrebbero scartati ed eliminati dalle grandi case di moda. Progetto Quid, collabora con grandi brand di moda, ha un ampio sguardo rivolto al mercato e distribuisce, oltre che nel suo negozio monobrand, in più di cento negozi multibrand.

Per la nostra cooperativa socia Formula Solidale abbiamo ascoltato Luca Mancini – Referente commerciale progettazione – e Camilla Arfelli – Coordinatrice servizi culturali ed educativi – che ci hanno coinvolti ed incuriositi raccontando il progetto di Sartoria SoS-tenibile, un laboratorio in cui vengono realizzati capi e accessori a partire da materiale di scarto di aziende del territorio favorendo al contempo l’inserimento lavorativo di persone in condizione di svantaggio.

Una realtà più piccola nelle dimensioni, ma che produce pezzi unici di sartoria che i più fortunati potranno trovare nel negozio solidale “Fuori Luogo” a Forlì (Via Giorgio Regnoli – 52).

La cooperativa inoltre si impegna a collaborare a stretto contatto con il territorio romagnolo per donare una seconda opportunità a persone in situazioni di svantaggio sociale attraverso tanti altri progetti come il “Centro del Riuso” e “Progetto RAEE”.

Scoprite i progetti nelle interviste agli ospiti:

Fuori luogo: una sartoria sostenibile

Moda etica: progetto quid